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Comune di Vignola
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Archivio Storico Comunale

2. Guardia civica/nazionale (1796-1809)

Cart., dim. varie, quinterni e cc. sciolte

Note
Busta relativa ai regolamenti, all’organizzazione ed al servizio prestato dalla Guardia Civica (in seguito Guardia Nazionale) di Vignola; comprende anche le denunce delle armi possedute dai cittadini di Campiglio nel 1805. Con la pubblicazione in Modena dell’Avviso sull’organizzazione della Guardia Civica del 26 vendemmiatore anno V (= 1796 ott. 17), proprio mentre nella città era in corso il Congresso per la Federazione Cispadana e la costituzione della Giunta di Difesa Generale, in tutti i centri degli ex domini estensi venne ufficializzata la costituzione dei corpi della Guardia Civica. L’organizzazione di un corpo armato municipale composto dai cittadini possidenti tra i 18 ed i 55 anni era concepito quale presidio e garanzia del nuovo potere contro la reazione e come tutela dell’ordine pubblico e della proprietà. Gli iscritti nei ruoli dovevano presentarsi nelle parrocchie d’appartenenza e procedere all’elezione degli ufficiali di ciascuna centuria, unità organizzativa di base. Nelle località del circondario modenese fu istituita la Guardia Civica forense. La Guardia Nazionale venne organizzata nel giugno del 1797 dalla Repubblica Cisalpina: si trattava di una sorta di esercito territoriale che aveva il compito di tutelare l’ordine pubblico e alla bisogna poteva essere schierato per rafforzare le truppe di linea. Con la legge del 1° fiorile anno IX (= 1801 apr. 21), dopo la parentesi del governo imperiale, la seconda Repubblica Cisalpina riorganizzò su tutto il suo territorio la Guardia Nazionale. Il provvedimento riprendeva la normativa precedente la cui esecuzione era affidata alle Municipalità che dovevano tenere sempre aperto un registro d’iscrizione per tutti i cittadini e figli di cittadini di età compresa tra i 18 ed i 55 anni in grado di portare armi. Il diritto di cittadinanza era direttamente connesso all’iscrizione nel ruolo della Guardia Nazionale. Nel 1802 si procedette alla riorganizzazione e riforma della Guardia Nazionale, un provvedimento che fu ripresentato con modifiche importanti pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d’Italia mediante il decreto di Napoleone del 14 settembre 1805.

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3a. Consigli comunali (109-1814)

Cart., dim. varie, quinterni e cc. sciolte

Note
Busta relativa alle sedute del Consiglio Comunale di Vignola contenente le minute dei verbali delle adunanze ed il carteggio tra il prefetto, i funzionari della prefettura ed il sindaco di Vignola, riguardante la convocazione del Consiglio, il corretto svolgimento delle sue attività, l’adozione dei bilanci preventivi e consuntivi del Comune, la loro approvazione da parte della Prefettura ed altri argomenti afferenti alle attività amministrative. Vignola era inserita tra i comuni di terza classe ossia con meno di tremila abitanti, basandosi la classificazione delle unità amministrative locali sulla loro consistenza demografica. Secondo quanto previsto dall’ordinamento sancito dal decreto di Napoleone dell’8 giugno 1805, che riprendeva il decreto del 24 luglio 1802 modificandolo solo in parte, gli organi di governo del comune erano il Consiglio Comunale e la Municipalità. Nelle amministrazioni appartenenti alla terza classe la Municipalità, rinnovata annualmente, era composta da un Sindaco e due Anziani; questi ultimi venivano eletti dal Consiglio comunale tra i 25 cittadini più ricchi o notabili o tra i membri dei Collegi elettorali – Collegio dei Possidenti, dei Dotti e dei Commercianti così come costituiti dalla Legge organica del 26 ottobre 1803 – ed erano indefinitamente rieleggibili. Il Consiglio Comunale era composto da 15 membri, tre dei quali potevano essere scelti tra i non possidenti, e veniva nominato dal Prefetto al pari del Sindaco. L’organismo veniva convocato, alla presenza del Cancelliere del Censo, due volte l’anno in gennaio o febbraio e in settembre o ottobre; le convocazioni straordinarie erano a discrezione del Prefetto o del Vice Prefetto. Nella prima sessione si esaminava il bilancio della Municipalità dell’anno precedente, nella seconda si procedeva all’elezione degli amministratori comunali, si stabiliva l’ammontare delle spese e delle imposte comunali per l’anno successivo e si nominavano i revisori dei conti per l’esercizio in corso. Con la legge del 5 giugno 1807 le funzioni amministrative, in precedenza svolte collegialmente dalla Municipalità, vennero attribuite esclusivamente al Sindaco che divenne così il capo assoluto del comune, mentre gli Anziani potevano esercitare la loro facoltà deliberativa solo su sua richiesta. L’autonomia dell’amministrazione locale, tuttavia, era quasi nulla in quanto sottoposta a severe limitazioni da parte del Prefetto, al quale la legge assegnava la facoltà di approvare o respingere tutte le decisioni dei consigli comunali incluse le nomine dei componenti della Municipalità. N.B.: Nella busta 6b sono conservati conti consuntivi, segnati Filza A ed estrapolati da questa filza.
Segnature precedenti: Filza A

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3b. Polizia politica e giudiziaria - Brigantaggio (1809-1814)

Cart., dim. varie, cc. sciolte

Note
Busta relativa all’attività della polizia locale di Vignola contenente il carteggio tra il sindaco, in veste di commissario di Polizia, e la Prefettura del Dipartimento del Panaro, gli ufficiali della Gendarmeria nazionale, il giudice di pace di Vignola ed altri funzionari pubblici. L’esercizio delle funzioni di polizia, affidate ai responsabili delle amministrazioni locali sotto il diretto controllo delle prefetture e del governo centrale, comportava non solo la tutela dell’ordine pubblico ma anche la sorveglianza sul comportamento politico della popolazione. La busta comprende inoltre circolari prefettizie a stampa, rapporti e quadri sinottici in gran parte relativi alla presenza di bande di disertori, sbandati e ribelli nel territorio vignolese e nelle contrade limitrofe nel corso del 1809 (cfr. in particolare il fascicolo sul brigantaggio che include parecchia documentazione riguardante Vignola e Campiglio). Nell’estate di quell’anno e nei primi mesi del successivo il fenomeno endemico del brigantaggio conobbe una recrudescenza in tutto il territorio del Regno d’Italia sino a trasformarsi in insorgenza. Le ribellioni furono favorite dalla sconfitta delle truppe italiane e dall’avanzata degli austriaci nel Veneto sino al confine con il ferrarese; questi eventi contribuirono ad aumentare il numero degli sbandati e dei disertori che ben presto si unirono in bande dedite a violenze, grassazioni, estorsioni e furti. Il fattore decisivo, capace di trasformare il brigantaggio in rivolta generalizzata, fu il profondo malcontento suscitato nelle popolazioni rurali dall’introduzione della tassa sul macinato, un balzello che colpiva in particolare i più poveri in seguito ritirato dal governo. Vignola fu assalita il 9 ottobre dalla banda del brigante Cimino o Cemini: durante l’incursione, che sfociò in soprusi, minacce e furti, venne incendiata una parte dell’archivio comunale. L’estensione delle rivolte fu tale da indebolire notevolmente la capacità delle amministrazioni statali di controllare il territorio. I moti vennero sedati mediante una violenta repressione militare.
Segnature precedenti: Filza D

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3c. Guardia nazionale, gendarmeria e truppa di linea (1810-1814)

Cart., dim. varie e cc. sciolte

Note
Busta relativa alle attività della Guardia Nazionale, della Gendarmeria Nazionale (istituita con proclama del vicepresidente della Repubblica Italiana Melzi del 20 settembre 1802) ed alla amministrazione delle sussistenze e dei servizi di casermaggio per le truppe di linea. Comprende diverse circolari a stampa della Prefettura, del ministero della Guerra e del Consiglio di Prefettura della Reggenza austro-estense. La creazione della Gendarmeria, assieme all’istituzione di un tribunale speciale di stato, rappresentarono due misure innovative adottate per contrastare il dilagare del brigantaggio, delle aggressioni, grassazioni e furti campestri.
Segnature precedenti: Filza E

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4a. Ufficio dello stato civile (1810-1814)

Cart., dim. varie, cc. sciolte

Note
Busta contenente carteggio e documenti vari relativi all’attività dell’Ufficio di Stato Civile di Vignola e Campiglio, tra cui alcuni quadri statistici mensili e trimestrali relativi ai matrimoni ed ai decessi e diverse circolari della Prefettura e delle autorità di governo in materia di amministrazione dello Stato Civile. L’obbligo per le municipalità di compilare particolari Registri destinati a far prova delle nascite, de’ matrimonj, delle morti, e de’ Cittadini attivi, venne sancito con la legge pubblicata dal Direttorio esecutivo della Repubblica Cisalpina il 6 termidoro anno V (= 1797 lug. 24). Con il Regolamento generale per l’attivazione in tutto lo Stato dei registri delle nascite, de’ matrimoni e delle morti, in esecuzione del Codice Napoleonico, decreto del viceré Eugenio Bonaparte pubblicato il 27 marzo 1806, l’anagrafe dei comuni venne regolamentata in modo organico: furono istituiti gli uffici dello Stato Civile ai quali, in seguito alla pubblicazione del decreto dell’11 giugno 1811, venne affidato anche il compito di compilare ed aggiornare il Ruolo generale della popolazione. Grazie al lavoro di questi uffici si avviarono le prime registrazioni sistematiche relative alle dinamiche demografiche ed alle evoluzioni intervenute nelle condizioni sociali complessive della popolazione locale (religione, professione, mestiere, domicilio, età, provenienza). I registri anagrafici e di stato civile, nonché gli incartamenti sulla formazione del ruolo generale della popolazione tuttora custoditi in archivio (cfr. registri nn. 21-71 e buste nn. 75, 76, 76 bis), in aggiunta alla documentazione conservata in questa busta, offrono un quadro esaustivo sull’attività del primo ufficio di Stato Civile istituito a Vignola. Segnature precedenti: Filza F

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4b. Istruzione pubblica (1797-1814)

Cart., dim. varie, cc. sciolte

Note
Busta contenente carteggio e documenti vari concernenti le attività didattiche e l’organizzazione degli studi. Include, tra l’altro, alcuni quadri statistici relativi alle scuole di Vignola e Campiglio e diverse circolari della Prefettura e delle autorità di governo in materia di ordinamento scolastico. Il quadro di riferimento normativo per l’organizzazione del sistema scolastico della Repubblica Italiana, e successivamente del Regno d’Italia, venne fissato con il decreto del 4 settembre 1802, con cui si istituivano tre ordini di scuole: primarie, medie e superiori o ‘sublimi’. La gestione economica delle scuole primarie o normali (elementari) fu affidata alle amministrazioni comunali e dovette subire tutte le conseguenze della crisi istituzionale ed economica che sovente ne ostacolava le attività, dalla mancanza di maestri, all’assenza di mezzi finanziari e di locali. La scuola di base, l’unica gratuita alla quale potevano accedere i figli dei ceti meno abbienti, vide inquadrata la propria attività in un piano organico giuridico e amministrativo solo con l’adozione della legge del 15 febbraio 1812. Il ciclo di studi elementare era suddiviso in due classi della durata di due anni ciascuna.
Segnature precedenti: Filza G

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4c. Acque e strade (1809-1814)

Cart., dim. varie, quinterni cc. sciolte

Note
Busta contenente carteggio e documenti vari relativi agli affari di acque e strade. Include, tra l’altro, perizie, capitolati d’appalto, schizzi e disegni concernenti contenziosi ed opere pubbliche nei settori della viabilità e della gestione delle acque. Con la legge del 31 marzo 1804, che stabiliva le norme per la classificazione delle strade, per la loro amministrazione e per l’attribuzione degli oneri associati alla manutenzione della rete viaria, si procedette al riordino del settore. Le strade furono ripartite in quattro categorie – statali, dipartimentali, comunali e private – che corrispondevano ad altrettante competenze amministrative assegnate allo Stato, ai dipartimenti, alle amministrazioni comunali ed ai privati. Ai comuni spettavano anche compiti in materia di manutenzione e gestione dei corsi d’acqua e dei canali. L’azione delle istanze locali era sottoposta all’autorità dei funzionari della prefettura ed in particolare dell’Ingegnere Capo del dipartimento e del Prefetto. Questi ultimi rispondevano alla Direzione generale di Acque e Strade del Regno d’Italia.
Segnature precedenti: Filza H

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4d. Carceri e carcerati (1810-1814)

Cart., dim. varie, cc. sciolte

Note
Busta contenente carteggio e documenti vari relativi alla gestione delle carceri. Comprende, tra l’altro, testimonianze inerenti l’ubicazione delle prigioni nella Rocca di Vignola, la loro denominazione, lo stato dei locali, i lavori di manutenzione svolti ed alcune informazioni statistiche sull’amministrazione carceraria. Nel fascicolo relativo all’anno 1810, si segnala la presenza di alcuni documenti segnati Filza L, che tuttavia non hanno a che fare con l’amministrazione delle carceri, ma riguardano l’attività dell’Ufficio di Stato Civile.
Segnature precedenti: Filza L

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